Moda: i romani preferivano le bionde o le more?

L’eterno dilemma quando si parla di donne è: bionda o mora?

Anche nell’antichità gli uomini e le donne avevano i loro gusti e preferivano l’una o l’altra.
Inutile dire che le donne romane erano more. Ma come spesso accade, non appena iniziarono a giungere le prime schiave catturate in Gallia e nei territori a Nord (Germani e Britannia) si diffuse la mania dei capelli biondi. Una “chiccheria” che piaceva molto agli uomini.

Ci fu la corsa da parte delle matrone per la nuova moda: diventare bionda! Era proprio il caso di dire che le bionde ai maschi romani piacevano di più.
Anche allora come oggi, c’era un’ossessionante voglia di avere ciò che non si ha. Quindi chi è biondo vuole diventare moro, e viceversa. Chi ha i capelli lisci li vuole mossi e chi li ha ricci se li stira.
Partendo da questo assunto, possiamo solo immaginare lo stupore che suscitò nelle donne dell’alta nobiltà romana la vista di queste ciocche “fulve”.

Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, e l’imperatrice Faustina possedevano più di 700 modelli di parrucche, soprattutto bionde per le loro notti lussuriose.
Per tingersi i capelli di biondo le donne usavano principalmente lo zafferano, ma anche una famosa ricetta a base di formaggio di capra e cenere di faggio… sebbene non fosse molto salutare per i capelli.

La tintura dei capelli, che era utile a coprire i fili d’argento e a mascherare i segni dell’età, rappresentava per le donne un vezzo irrinunciabile, che consentiva loro di cambiare aspetto e sentirsi più belle. Un po’ come accade oggi. Fa sorridere come dopo oltre 2000 anni, la civetteria femminile non sia cambiata…mentre quella maschile era più accentuata allora di oggi, anche se recentemente anche l’uomo si sta curando in modo più maniacale.

Sfatiamo dunque il mito fatto risalire agli anni ’50 del ventesimo secolo, dello stereotipo per cui agli uomini piacciono le bionde, perché a quanto pare aveva origini ben più lontane. I capelli, come simbolo di bellezza privilegiata, erotismo e provocazione, sono descritti più volte nei testi di Ovidio e Catullo. L’importanza dei capelli biondi era tale che più termini descrivevano le diverse tonalità di biondo.

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