Antichi mestieri: Argentario

Sesterzio

Iniziamo la rubrica sugli antichi mestieri con la figura degli argentari, che nell’antica Roma erano coloro che svolgevano quell’attività che oggi chiameremmo “banchiere” e si occupavano principalmente del cambio della moneta.

I primi banchi mobili di cambiatori di monete, provenienti dalle città della Magna Grecia, cominciarono a diffondersi nel Foro romano verso la fine del V° secolo a.C.
Gli argentari consolidarono progressivamente la loro posizione e ottennero il riconoscimento ufficiale dello Stato, dal quale acquisirono la concessione in fitto di sette botteghe situate nella parte meridionale del Foro, che da allora vennero denominate tabernae argentariae. In questi ampi edifici ubicati al piano terra, gli argentari disponevano il banco (mensa) con i libri contabili e gli altri strumenti della loro attività. Erano lavoratori privati e non sottoposti ad alcun controllo statale per cui, oltre a operazioni bancarie e creditizie si adoperavano a vere e proprie speculazioni finanziarie.

Un ruolo particolare era riservato ai mensari che invece erano riconosciuti dallo stato e dai nummulari che avevano lo specifico ruolo di riconoscere le monete autentiche da quelle false. Già in epoca antica esistevano i falsari!

Le monete di bronzo sostituirono l’antico sistema di misurare il valore dei beni in capi di bestiame (dal termine pecus, ossia pecora o bestiame, derivano alcune voci latine, come pecunia (denaro/ricchezza). Termine che in italiano viene talvolta usato in tono scherzoso (come ci ricorda il dizionario Treccani), ma fa capire come in un’economia basata sull’agricoltura e la pastorizia il bene più prezioso fosse proprio il bestiame, e da qui l’associazione al denaro.
Nel 269 a.C. alla vigilia della Prima guerra punica, fu coniato il denarius. La moneta argentea ebbe, come sottomultipli, il quinarius (o mezzo denaro) e il famoso sestertius (con un valore pari a un quarto di denaro).

ArgentariLE ATTIVITÀ DI UN ARGENTARIO
Le varie attività di un argentario si possono riassumere essere in:
👉 permutatio, ossia il vero e proprio cambio moneta da straniera a romana, a cui l’argentario aggiungeva una piccola percentuale per il servizio;
👉 depositum, ossia custodia di somme di denaro per conto di altri. In questo caso chi depositava il proprio denaro per non tenerlo presso di sé o per incaricare l’argentario di saldare somme dovute non riceveva alcun interesse (vacua pecunia) sul denaro depositato.
👉 intermediazione per vendite o acquisti.
👉 partecipazione ad aste pubbliche dove gli argentari erano quasi sempre presenti di persona o tramite loro impiegati/servi (coactores)
👉 venditio solidorum, obbligo di acquistare denaro appena coniato per farlo rapidamente circolare. Questa attività viene esercitata solo in epoca imperiale ed imposta dallo Stato agli argentari che pure non erano pubblici ufficiali.

I COLLEGI DI ARGENTARI
Gli argentari erano volutamente in numero molto ridotto. Sotto l’impero di Augusto, il sistema finanziario venne accentrato e posto alle dirette dipendenze dello Stato, e pertanto gli argentari, al fine di difendere gli interessi della categoria, si riunirono in una corporazione (collegium argentariorum), controllata dalla Stato, e stabilirono rigide norme per l’accesso alla professione e il relativo esercizio.
Per esempio, potevano essere ammessi alla categoria solo uomini liberi.

L’ARCO DEGLI ARGENTARI A ROMA
A testimonianza dell’importanza della loro professione, diversi luoghi della Roma antica erano a loro intitolati. Come l’Arco degli Argentari eretto insieme ai commercianti di buoi del Foro Boario nel 204 a.C. in onore dell’imperatore e dei suoi figli.

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